Specchio

Infine la Resistenza italiana porta dentro di sé una forte componente di classe, che mira non a un impossibile rivoluzione sociale, ma al riconoscimento dei diritti delle classi subalterne, in primo luogo operai e contadini, che nelle fabbriche e nei campi sostengono la resistenza come forma di emancipazione sociale. Peraltro operai e contadini sono la maggioranza nelle formazioni partigiane e trovano appoggio nella popolazione perché contrastano una guerra che significa solo fame, distruzioni e morte.

Claudio Della Valle
presidente dell’ Istituto Storico Resistenza Torino, già docente di Storia contemporanea

Rastrellamento “Totila”

Dal 6 al 15 gennaio 1945 un altro grande rastrellamento investì la zona ad Ovest della statale della Cisa muovendo dal versante appenninico ligure: vi presero parte unità della 162.a Divisione di fanteria “Turk”, i Reggimenti di fanteria n. 303 e n. 329, il Reparto esplorante n. 236, il Battaglione scuola militare alpina “Mittenwald”, due reggimenti di fanteria e il Reparto esplorante della Divisione “Italia”, una compagnia della Divisione San Marco, reparti della Gnr e della Bn. La neve rallentò la manovra tedesca che, questa volta, fu meno efficace.

Specchio di Solignano

Durante gli ultimi mesi della lotta di liberazione diversi distaccamenti di partigiani della 31 Brigata Garibaldi «Copelli» sono dislocati sul territorio del comune di Solignano. Specchio, Filippi, Fopla, Castelcorniglio, Case Ferrari… La notte del 31 Dicembre un imponente schieramento di forze nazifasciste da inizio ad uno dei più lunghi rastrellamenti che sia stato effettuato nell’appennino parmense. Una nevicata veramente eccezionale che in certe zone ripeta il metro di altezza. mette in serie difficoltà l’opera di occultamento e di sganciamento dei vari reparti partigiani. Molti di loro vengono nascosti, altri riescono ad attendere il passaggio dei nazifascisti nelle grotte appena fuori dall’abitato. Il rastrellamento è violento, ma i legami tra le comunità contadine ed i “ribelli”, resistono. All’indomani dell’operazione «Totila» ricominciano a riorganizzare la lotta. La solidarietà e l’ospitalità che trovarono presso la popolazione civile di Specchio e Castelcorniglio. permisero allo «Iezzi», al «Barbieri» di continuare a combattere contro il nemico nei lunghi mesi prima della Liberazione.

I ricordi di “Mirko”

Luciano Santini,  Partigiano “Mirko” di Fornovo, racconta : “ … subito dopo il rastrellamento di luglio, riusciamo di nuovo a raggiungere il monte Barigazzo. Qua ci riorganizziamo: il comandante “Pablo” fonda la nuova brigata, così passiamo dalla 12 alla 31. Riceviamo anche gli ordini per un eventuale futuro “sganciamento”. Così a settembre ritorniamo alle nostre posizioni: tra Specchio e la Fopla, insieme a partigiani di Busseto di Fidenza. A gennaio nuovo rastrellamento. Vi è tanta neve e ci “sganciamo”, ma non possiamo spostarci, rischiamo di fare tracce e sentieri nella neve e di essere seguiti così dai tedeschi. Nascondiamo le armi pesanti nella Cappella,  rimettiamo a posto la neve …
Alcuni riescono a nascondersi nelle case … noi non riusciamo. Siamo oltre 20 … Infine un abitante di Specchio ci conduce nella Chiesa. Siamo nel sottotetto. “ … non mi ricordo il nome di chi ci aiutò a nasconderci nella Chiesa, ma posso dire che tutta la popolazione ci siutò. Quando sono arrivati i bersaglieri noi dall’alto sentivamo tutto ..  E chiesero ad una donna anziana “dove sono erano i ribelli …?”. La donna disse che qua a Specchio non vi erano partigiani e subito dopo si unì un uomo che aggiuse che erano già scappati. Rimanemmo nascosti nel sotto tetto per una settimana. Eravamo in 25, al buio. Si dormiva con le gambe incrociate uno contro l’altro. Una bella note sia apre il buco sopra e rivedo le stelle.”

“Usciamo in alcuni e vedo Don Caramatti … persona squisita, sembrava che non ci fosse, ma ci aiutò sempre. Troviamo rifugio più a valle in una casa. Mangiamo ci laviamo, poi  riusciamo a nasconderci in un immobile più a valle, credo fosse di di proprietà del seminario di Bardi.

Le chiavi sono le recuperiamo da Don Caramatti …”

Nella zona di Specchio è di stanza il distaccamento Barbieri della 31 Brigata Garibaldi – Copelli. Oltre a Specchio sono presenti nelle frazioni di Filippi, Pettenati e Castelcorniglio. Sono quasi tutti originari della zona di Fornovo o Ramiola

Sempre “Mirko” :  “… guarda, se mi chiedi in quanti di Fornovo eravamo in montagna, non so risponderti; faccio prima a dirti in quanti non erano venuti con noi: pochi, si contavano sulle dita di una mano …”

In località Filippi alcune famiglie già ospitano “sfollati” dalla città fuggiti dal pericolo dei bombardamenti e dal momento in cui I partigiani iniziarono la loro attività nella zona non esitano a schierarsi con loro:  accolti, nascosti e supportati in ogni modo da diverse famiglie. Si ricordano la famiglia Caneri e la famiglia Trebelli.

Ricorda Francesca Trebelli :

Albertina Cerocchi (nella foto) e Giuseppe Trebelli avevano già 6 dei 7 figli che alleveranno, famiglia numerosa e impegnativa, ma senza alcun indugio ospitano, sfamano e difendono un gruppo di giovanissimi partigiani. Dormono in solaio quando non sono impegnati in battaglia. Molti di loro hanno l’età della primogenita Ada o solo un paio d’anni di più del secondo figlio Amos. Mia nonna Albertina ha accudito questi giovanissimi partigiani come fossero suoi figli. In casa Trebelli hanno trovato un rifugio sicuro, protezione e il cibo necessario per sopravvivere. Anche I figli più grandi davano una mano in questo. Compito di Amos portare loro il cibo nei boschi coi pentoloni di cibo camminando molto rasente il suolo, quasi strisciando, con le pallottole che gli passavano sopra la testa.”
Per i Resistenti simbolo dell’aiuto ricevuto divenne in seguito, nel ricordo, il dono del pane fresco, cotto dalle giovani donne del borgo

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